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Da preferire i paesi periferici e i titoli del settore bancario (MondoHedge, Febbraio 2014)

Mercati azionari delle economie sviluppate tornati su quotazioni interessanti dopo la correzione di gennaio, con Paesi periferici e titoli bancari che presentano le migliori prospettive nel 2014. Serve ancora cautela invece sui mercati emergenti, dove è meglio preferire i Paesi esportatori a quelli che si trovano a dover fare i conti con una bilancia commerciale negativa. È questa l'opinione di Alessandro Guzzini, amministratore delegato di Finlabo Sim, che rivela come i buoni risultati conseguiti nel 2013 e in questo inizio di 2014 abbiano spinto sempre più asset manager e private banker a utilizzare prodotti con approccio Long/short per contenere la volatilità.

 
Quali sono i driver che hanno guidato la performance del fondo nel 2013? 
Il 2013 è stato un anno di recupero per i mercati azionari europei, che soprattutto nella seconda parte dell'anno hanno messo a segno rialzi importanti. In particolare abbiamo assistito a un'importante rotazione in termini settoriali a favore dei settori maggiormente ciclici come auto e finanziari, mentre i settori difensivi hanno perso forza. Coerentemente con questo scenario il nostro fondo ha avuto mediamente un'esposizione netta elevata (attorno al 70/80%): in termini settoriali, abbiamo aumentato il peso delle banche e dei titoli industriali e ridotto invece quello dei titoli alimentari e farmaceutici; da un punto di vista geografico abbiamo aumentato il peso dell'Italia e degli altri Paesi periferici e ridotto invece la Germania. Questo ci ha consentito di avere una
performance positiva sul lato long del portafoglio di oltre il 30%: l'utilizzo della copertura ci ha consentito altresì di mantenere una volatilità moderata; il risultato finale è stato molto positivo con una performance netta del 23% e un indice di Sharpe pari circa a 3.
 
C'è un forte consenso sulle buone aspettative di performance per i mercati azionari nel 2014. La condividete o siete più cauti?
Pensiamo che la correzione avvenuta nel mese di gennaio rappresenti una buona opportunità di ingresso sul mercato. Siamo positivi soprattutto sull'Europa che crediamo possa beneficiare della ripresa economica in corso, e di ulteriori misure espansive che verranno attuate nel corso dell'anno dalla Bce. Siamo positivi anche sull'America, che superata la fase di turbolenza legata all'avvio del tapering, a nostro avviso riprenderà il trend positivo. Siamo più cauti invece sui Paesi emergenti, che stanno vivendo una fase negativa legata all'inversione dei flussi di investimento, con i dovuti distinguo però: la situazione potrebbe continuare a essere negativa infatti per i Paesi che hanno una bilancia commerciale negativa (come Turchia, India, Brasile), mentre i Paesi esportatori (come Cina, Taiwan, Corea del Sud) potrebbero beneficiare della ripresa dell'economia
Americana.
 
Quali Paesi o settori hanno le migliori prospettive di rendimento per il 2014?
In termini geografici la nostra preferenza va ai paesi periferici Europei, ed in particolare per Italia e Spagna, che dovrebbero beneficiare di un ritorno verso una maggiore normalità del sistema bancario. Per lo stesso motivo siamo positivi sul settore bancario, che dovrebbe aver superato il momento peggiore in termini di perdite su crediti; crediamo che si possa tornare a investire nelle banche più grandi, che risultano in genere ben capitalizzate, e che alcuni aumenti di capitale su banche di media dimensione potrebbero rappresentare delle buone opportunità di investimento.
 
Come è andato il 2013 sotto il profilo della raccolta per vostri fondi Ucits alternativi e quale tipologia di clientela li richiede maggiormente?
Il 2013 è stato un anno molto positivo in termini di raccolta, e questo trend sta proseguendo anche nel 2014, grazie ad un avvio d'anno molto positivo in termini di performance sia assoluto che relativo (il nostro fondo flagship Finlabo Dynamic Equity ha guadagnato il 2% a gennaio nonostante la perdita registrata dal mercato azionario europeo). Vediamo un forte interesse, soprattutto da parte di asset manager e private banker, che utilizzano i nostri fondi come un efficace sostituto rispetto all'azionario tradizionale, ma anche da parte di banche, fondi pensione e fondazioni, che sono alla ricerca di prodotti in grado di offrire un rendimento superiore alle
obbligazioni mantenendo al contempo una volatilità contenuta.
 

 
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